Ma molto, molto eh?!
Io e lui ci fronteggiavamo. Fra noi un tavolo enorme e una gigantesca, morbida ed invitante palla di pongo.
Si, si! Il pongo. Ve lo ricordate quel coso morbido con cui giocavamo quando eravamo piccoli? Amico dei nostri pomeriggi e nemico delle mamme perchè si frammentava in migliaia di piccole palline che si incrostavano sotto le scarpe e quindi sul pavimento di tutta la casa?
Proprio quello lì. Il pongo.
Solo che io e lui stavamo facendo finta di lavorare. Cioè, l’alibi era quello.
Obiettivo: disegnare una collezione di arredi per esterni.
Metodologia: regressione infantile allo stato puro.
Due over thirty che ne dimostravano 4 in totale!
“Allora! Questa forma la prendiamo come base”.
“Io direi, la stondiamo un po’ qui e anche un po’ lì”.
“Ecco! Geniale! Abbiamo fatto il tavolo! E se poi ci mettiamo questo coso così…allora si che diventa una figata e lo trasformiamo in una chaise longue che fa tanto chic”.
“Grande idea! Ma allora esageriamo e modelliamo questo elemento, lo appiccichiamo qui…e …e…che GRANDE FIGATA!”
“Ok. Perfetto. Colore?”
“Bianco e rosa ovviamente!” Che domande?!”
“Bene basta! Ora sono stanca. Per oggi abbiamo lavorato abbastanza. Mi serve assolutamente una pausa caffè.”
Morale: quando comprate un costosissimo oggetto di design accendendo un mutuo trentennale, siate coscienti del fatto che dietro quelle superfici lucide e quelle fantastiche forme ardite, ci sono con ogni probabilità dei deficienti che giocano col pongo.
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