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mercoledì 23 settembre 2009

L'arrivo di A.

Sproloquiato da eppifemili alle 09:05 56 commenti













L'arrivo di A. manda puntualmente la mia amica S. in fibrillazione.

La fibrillazione di S. ha due livelli:

-
livello medio/contenibile nei periodi in cui A. è fidanzato.

-
livello delirante/cardiopatico nei periodi in cui, per una vicenda o per un'altra, A. è single.

Fatto sta che venerdì A. (mio amico nonchè convivente storico dei tempi dell'Erasmus selvaggio a Parigi) cala a Roma per il week end, e più precisamente nella nostra modesta magione.

A. è bello.
Ma bello, eh!??!
A. è elegante.
A. è raffinato.
Ma soprattutto in questo momento A. è decisamente single.

Manco a dirlo, essendosi sparsa nella capitale la voce che A. arriva, una assidua folla di amiche mi si palesa improvvisamente in ogni dove.
Appollaiate dietro la porta di casa, nascoste sotto lo zerbino, accampate in terrazzo con tenda e fornelletto da campeggio, calate con funi dal tetto di Gertrud.

Nel raggio di 10 chilometri intorno al Raccordo Anulare, non si trova un'estetista che abbia un buco libero manco a pagarla oro.
Tutto prenotato.
Occupato.
Mobilitato.
La parte femminile della città si è prontamente attivata in attesa del lieto evento.

Neanche per la vigilia di Natale c'è un tale fermento.

Tuttavia, prima fra tutte, regina incontrastata, e determinata come una velina a caccia del suo calciatore, primeggia lei:

S.

S. ama A. alla follia.

Da anni spera ardentemente che un giorno lui la rapisca e la porti via con sé, caricandosela sulla sua renault 4 rossa scalcagnata (che però lei -
per non sapere né leggere e né scrivere -ha preventivamente accessoriato con una tappezzeria in ecopelle leopardata, una finta pelliccetta fuxia sul cruscotto e un paio di pon-pon rosa confetto appesi allo specchietto).

S. lo ama di un amore dichiarato e senza speranza.

Ma A. è lento.
Leeeeento.
Da farti cascare le braccia.
A. non si muove nenache se vede Cindy Crawford inerpicata su un tacco venti, inguainata in un paio di calze a rete nere e strizzata dentro una guepiere di pizzo.
A meno che, ovviamente, non sia lei a saltargli addosso.

A. guarda il cielo.
Fa il vago.
Riflette.
Medita sul ruolo che l'essere umano occupa in questo bizzarro, bizzarro mondo.

Ora.
Potete ben immaginare come, fra un'asceta intellettuale rincoglionito e una che ha come principale preoccupazione mensile la tonalità di fuxia che deve scegliere per le unghie dei piedi, la compatibilità sia tutt'altro che scontata.

Tuttavia S. imperterrita, si ostina a voler ignorare tutto ciò.

Insiste, e continua a sognare garbatamente il principe azzurro, illudendosi che un giorno finalmente diventerà "SUO".

"Ciao tesoro. Ti volevo dare una bella notizia. Venerdi viene a Roma A. Che dici? organizziamo una cena tutti insieme?"

"Davvaro??
Oddio che nius!!
Cioà! Che facciamo, andiamo a cena in una bella locasciòn?
Magari, per sicurezza, mi tengo free per tutto il weekend; che dici? "


"Beh! veramente è probabile che ci vedremo solo il venerdi perchè lui sabato ha un matrimonio e domenica forse già riparte".

"Occai. Allora sènti.
Mi organizzo un attimo e ti richiamo later.
Cià-ccià".


Tre minuti e venticinque secondi dopo...

"Eppi tesoro, allora è tutto occai.
Cioà.
Ciò una tabbella di marcia fantassica.

Mercoledi vado al biutisalon e mi sparo una bella french manicure e poi un piling riggenerante con rivitalizzazione viso.

Cioà.
Dapaura!
Giovedi vado dal parrucchiere e mi do una botta di colpi di sole.
Venerdi mi faccio la ceretta e una fantassica maschera sebboriggenerante.

Dapa!
Per la sera, tiggiuro,
starò un fiore".


Ah! L'amour...

lunedì 4 maggio 2009

Perla di saggezza N.1

Sproloquiato da eppifemili alle 14:37 0 commenti
Ero in motorino, ferma ad un semaforo. Aspettavo il verde. Mi guardavo un po’ intorno con aria distratta. Ho abbassato lo sguardo verso il marciapiede. C’era una micro aiuola (odddio quante vocali cià ’sta parola) di quelle incastonate nel cemento con dentro un albero, dell’erba secca e una manciata di rifiuti vari. Tutto intorno alla micro-aiuola c’era una graziosa bassissima inferriata a motivi arabescati divelta. Un lato giaceva lì, abbandonato fra la paglia e i rifiuti. Gli altri lati erano ancora aggrappati alla struttura ormai arrugginita. Continuavo ad analizzare la scena….(ovviamente nel frattempo il semaforo era diventato verde e poi giallo e poi di nuovo rosso). Ho guardato meglio (è ufficiale: mi ero accanita) e sono riuscita a scorgere fra la sporcizia e i rifiuti ammassati chissà da quanto tempo, tre piccolissime neonate piantine di violette: due gialle e una viola. Con dei fiorellini timidissimi, delicati e stupendi. Secondo me profumavano pure nonostante avessero tutto intorno solo immondizia e decadenza.

Loro ce l’avevano fatta. Loro avevano vinto.

Ho sorriso di gusto.

Embè?! E ’sticazzi. Direte voi.

CONCLUSIONE METAFORICA (nonchè altra eppi-perla-di-saggezza buttata lì…anzi quasi quasi ci faccio una categoria…anzi ho deciso ce la faccio proprio): anche nelle situazioni più infime, a guardare bene, può nascere un piccolo, inaspettato miracolo di bellezza.

Prendetela così come viene. Fatene quel che volete e …soprattutto…non mi mandate a cagare (che già mi ci sono mandata da sola). Grazie.

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