Megliochestazittosennòquantecenavrebbedaraccontà! Lo guardo da fuori per fargli capire l’antifona, della serie: “Ci siamo intesi eh?!!”. Lui immobile (ovviamente! E’ una macchina). Entro con fare indiffirente ma deciso; faccio la vaga così lui non si accorge della fatidicità del momento. Inserisco la chiave e comincio a invocare tutti i santi in paradiso, anche gli scomunicati e gli spergiuri. La giro una, due e tre volte per avviare il gas…(ah già! Il motore è stato modificato quindi la macchina cià l’Eppi-trucco!). Provo ad avviare. A quel punto ho incrociato anche l’ unghia incarnita dell’alluce sinistro. La batteria arranca ma va. Buon segno. Riprovo una seconda volta come di consuetudine e mi dico che ancora è tutto nella norma. C’è speranza. Al terzo tentativo, con la fronte imperlata di sudore, mi rendo conto che comincia a salire l’agitazione. Alla quarta volta Eppicar 2 non da cenni di vita. Mi accascio sul volante sconfortata come una foca monaca su un iceberg di zucchero a velo. “Mi hai abbandonata! Traditore! Proprio nel momento del bisogno! Di te non ci si può proprio più fidare. Del resto, di che mi meraviglio? Sei un maschio!”. Scendo demoralizzata, occhio pallato, e lacrimone alla Hello Spank. So che la mia unica salvezza saranno i soliti “cavetti friends“. Rientrando in me, mi dico: lo farò più tardi quando mio….mio….mio marito (Ah! Già! Ora sono pure sposata!!?!!) deciderà finalmente di riemergere dal letargo dell’orso mammone. No! Questo non riuscirà a rovinarmi la giornata. A quel punto, dirotto verso il bar e mi godo un meraviglioso cappuccino mentre fuori ricomincia a piovere.
Vorrei
2 mesi fa
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