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martedì 8 novembre 2011

QUESTIONE DI PRIORITA'

Sproloquiato da eppifemili alle 10:39 14 commenti



Quando hai un figlio, in automatico, come in un back up preimpostato, le tue priorità cambiano.

In cima alla lista delle questioni più importanti dell'universo, possiamo tranquillamente posizionare quella intitolata "la cacca".
Si.
Ovvero l'assillante domanda "l'avrà fatta?", "non l'avrà fatta?", "che consistenza ha?", "ma quanta ne ha fatta?", e tutta una serie di simpatiche declinazioni sul tema.

Ora.
Capirete bene che per Eppi, passare dalla problematica quotidiana che poneva inesorabili domande quali: "tacco 12 o tacco 13? Fuxia o rosa pallido tendente al salmone?", all'incomodo problema della "liberazione intestinale di Eppibaby", non è un fatto proprio attinente.

Eppure è successo.
Ebbene si.

Durante la gravidanza, Eppi (ma solo alla fine giuro) ha rinunciato al sandalo col taccozzo rosa per inforcare un bel paio di infradito ultrapiatte (con gli strass però....eccheccavolo!).

Dopo la nascita dell'erede ha sviscerato a fondo il problema circa la tipologia più soddisfacente di pannolini.

Ha indagato con perizia nel mondo di malefici strumenti quali
il tiralatte (dell'esistenza del quale la nostra Eppi non era minimamente a consocenza),
le salviettine umidificate per ciucci,
le salviettine umidificate per culetto,
le salviettine umidificate per mignoli del piede sinistro
e via dicendo.

Eppi si è impadronita con estrema maestria del processo che riguarda il bagnetto e tutto ciò che vi gira intorno, quali ad esempio gli oggettini galleggianti a forma di:
-papera
-pesce
-tartaruga
-brontosauro
che hanno la simpatica funzione di misurare la temperatura dell'acqua per impedire che qualche genitore distratto bolla il proprio bimbo o lo trasformi in un bebè surgelato.

Eppi ha drasticamente trasformato la sua mini borsetta Gucci (nella quale a mala pena riusciva a far entrare un lucidalabbra - ovviamente in confezione micro), in una comoda, capiente, gigantesca e orripilante .....inorriditepureaveteilpermesso....BORSA DA PASSEGGINO.

evvhodettotutto.

Tuttavia, nonostante questa metamorfosi bestiale, la nostra cara Eppi, ancora oggi, appena viene sorpresa e incastrata nell'ordine:
- con un sandalo al piede destro e una scarpa da ginnastica al sinistro,
- con una cronica fretta che la rende simile ad una posseduta un po' derelitta
- e con una fantastica acconciatura da far invidia ai Jackson Five

non appena dicevo, viene sorpresa in giro per il quartiere da qualche mamma orgogliosa e iperorganizzata, pronta e all'erta, felice e soddisfatta,

e questa comincia a parlare di pannolini, poppate, sonnellini e versetti, giura che proprio noncelapofà.
E dopo 5 nanosecondi nonostante vani sforzi,
si appisola e
inizia a russare COME UNA MOTOSEGA (anche perchè probabilmente sono tre notti che non dorme).

Altro accadrebbe se la suddetta mamma le parlasse dell'ultima collezione di Armani oppure dell'ultima puntata di X factor.
Amen.

domenica 1 novembre 2009

IL SETTIMO TEFPOW !

Sproloquiato da eppifemili alle 17:40 9 commenti
bravo

Il post vincitore del TEFPOW (The Eppifemili's favourite Post Of the Week) di questa settimana, riflette con chirurgica precisione alcune situazioni che si verificano puntualmente nella nostra Eppifemili.

Ogni giorno come Dio lo manda, con puntualità svizzera ed insistenza tedesca, vagonate su vagonate di cibo imboccano la strada di casa nostra;
citofonano;
salgono le scale;
per poi stiparsi strettissime nel nostro frigorifero e, conseguantemente, sul nostro giro vita.

Cotali indeterminate quantità di manicaretti (dietetici e non), provengono dalle laboriosissime ed infaticabili cucine delle nostre rispettive
MDG (Macchine Da Guerra), altrimenti note come nostre madri generatrici, le quali, non avendo ancora la possibilità di sfogarsi con un nipotino ed avendo purtuttavia una grande e pneumaticamente vuota quantità di tempo libero, non fanno altro che cucinare dalla mattina alla sera, recapitandoci per direttissima la versione casalinga dei Mercati Generali di Roma.

Il risultato è che l'ultima volta che io e Homo (
"poveri figlioli così magri ed impegnati") abbiamo fatto personalmente la spesa, risale più o meno al lontano 2005.

Ragazzi, se aprite il nostro frigorifero in una qualsiasi ora di un giorno qualsiasi, non ci troverete neanche un misero centimetro quadrato libero.
Tuttavia avrete modo di ammirare ripiani stracolmi di verdurine, scatolette riempite di affettati, polpettine accatastate con precisione giapponese, ettolitri di minestrone e, per finire, tonnellate di frutta di stagione.

Tutto è stipato, costipato e pressato.

Quando poi capita che per alcuni giorni a settimana non consumiamo i nostri pasti in casa, succede l'apocalisse.
Il cibo in eccesso, non solo non viene smaltito in tempo, ma si accumula drasticamente costringendoci a sedute bulimiche forsennate o ad improvvisi inviti a cena di amici famelici.

Beh! Come dice il caro Presidente di Banana Republik, la mamma italiana queste cose ce l'ha nel DNA.
E non c'è altro da dire.

Anche perchè c'è poco da dire se uno è costantemente impegnato a masticare...

Vi auguro dunque una buona lettura di:


RESPECT


- per leggerlo cliccaci su -



*Qualora il meritevole del TEFPOW avesse qualcosa in contrario, potrà segnalarlo alla Segreteria di Eppifemili.
(Orari di apertura: il mercoledì dalle 10:00 alle 10:05
).
Sarà mia premura rimuovere immediatamente il link.


**Qualora il meritevole volesse invece dare prova sul proprio blog di essere stato insignito dell'autorevole segnalazione, potrà copiare ed incollare il seguente codice un po' dove cavolo vuole:

venerdì 17 luglio 2009

Il regalo

Sproloquiato da eppifemili alle 15:56 0 commenti
La verità è una sola.

Ho appunto in questi giorni scoperto che quando la mia mamma mi ha creato, mi ha fatto il dono più bello del mondo:

LA VITA.

Peccato che poi si è dimenticata di darmi il libretto delle istruzioni.

lunedì 29 giugno 2009

Circa la partenza di Homo

Sproloquiato da eppifemili alle 15:33 0 commenti
Homo è partito.

E’ andato fuori per qualche giorno per lavoro ed ha unito a questo una visita ad un amico che lo ospiterà.

Al nostro “professionista” infatti hanno pensato bene di fissare degli appuntamenti proprio la settimana prima del trasloco.
E’ praticamente un genio.

Del male.

Standing ovation per Homo. Grazie.

La porta si è da poco chiusa.

In casa siamo io ed Eppi-dog.

Ascolto il silenzio per alcuni minuti.

Stranamente regna la pace.

La quiete prima della tempesta, perchè ho deciso che in sua assenza ribalterò la casa per ultimare la preparazione dei pacchi. (Che culo).

Prima però, ho tutta l’intenzione di godermi alcune ore in santa pace e dedicarle a me.

Fare un po’ di yoga.

Respirare.

Per la prima volta dall’inizio del matrimonio, ho il tempo di trastullarmi in questa nuova dimensione parallela: la solitudine.

Assaporo già lo scorrere lento del tempo solitario, immersa in una strana “disorganizzata organizzazione”.

Mentalmente e con calma percorro i miei passi, anticipando ciò che farò nelle prossime ore.

Improvvisamente suona il citofono…

Driiiiin!

“Eppi! Sono mamma! Apri che ti ho portato alcuni scatoloni. Ti do una mano! Dai mettiamoci all’opera!”.

“Ehm! Grazie! Che bello!”

Segue bombardamento pneumatico di chiacchiere, news, varie ed eventuali su Gino, Pino, Marta ettuttilcuccuzzaro.

Manco faccio in tempo a riprendere fiato che…

Driiiiiiin!

“Eppi, sono zio Ugo. Pensavo che forse ti serviva una mano con i pacchi. Apri che ti aiuto!”

E io che pensavo di stare un po’ da sola con la mia disorganizzazione.

Eppi cara, facciamo un bel caffè?! Hai magari pure due biscottini?”.

Ma non dovevate aiutarmi? Qui tra un po’ mi tocca pure mettere mano ai fornelli e tirar fuori un chilo di carbonara.

Dopo un’ora il primo dei pacchi giace ancora vuoto sul pavimento.

Il tempo scorre inesorabile e il pomeriggio ha preso più la piega del becero pettegolezzo che quella della produttività.

Penso appunto di cacciare tutti di casa, quando:

Driiiiin!

“Eppi, sono Master. Ho scotch, scatoloni e pennarelli. Apri che ti aiuto a fare i pacchi?”

Se me lo dicevate prima, invece del trasloco facevo una festa.

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