venerdì 29 maggio 2009

Adios Amigos!

Sproloquiato da eppifemili alle 15:05 0 commenti








Ragazzi con ciò vi saluto e vi do appuntamento a dopo il Weekendone.

Mi mancherete.

(non è vero).

;)

Come dicevo ieri, considerando che mi sono sorbita sotto la pioggia nell’ordine:

a- il recente matrimonio

b- la festa del suddetto

se poco poco dovesse essere brutto tempo,

… mi butto in piscina.

MA PRIMA LA SVUOTO.

giovedì 28 maggio 2009

WEEKENDONE!

Sproloquiato da eppifemili alle 15:04 0 commenti
Ce l’abbiamo fatta!

Pfui!

Dopo tre dico tre giorni di tentativi.

380 email dopo, abbiamo finalmente una destinazione!

Da Roma al Polo Nord tutto esaurito, prenotato, occupato.

E io, che sognavo una bella pausa romantico-rilassante a compensazione del rimandato fatidico viaggio di nozze, stavo quasi per rimettere il sogno nel cassetto e dare in pasto la chiave a Eppi-dog.

Ma non potevo credere che la mia celeberrima fortuna (anche detta “culospudorato“) in fatto di prenotazioni, mi avesse abbandonato così miseramente e senza pietà.

Mi sono data un’ultima possibilità.

Con la fronte imperlata di sudore ho rilanciato.

Ho gettato nell’etere altre 250 email di richiesta di prenotazione.

Più o meno verso ogni struttura ricettiva del centro Italia.

Dopo un’oretta decido di tornare su gmail.

Palpitazioni e sudore freddo.

Faccio “check mail”.

Ci sono, fra le altre cose lavorative (che ovviamente ignorerei anche se si trattasse della commissione di un progetto di un nuovo grattacielo a New York) alcune risposte.

Eccola. La vedo. E’ lei.

Lo sento.

La apro.

“Gentile signora siamo lieti di comunicarle che abbiamo disponibilità di posti per lei e suo marito per le date da lei richieste. Anche il cane sarà il benvenuto”.

Siano lodate tutte le divinità Shintoiste messe insieme!

Tiro un sospiro di sollievo e faccio mente locale realizzando che non mi pare il caso di andare con maglioni di lana e felpe; mi punge vaghezza che dovrei effettivamente tirar giù dal reparto estivo un paio di infradito e due costumini. Per la primissima volta in vita mia (ha del miracoloso) affronto il cambio di stagione col sorriso.

Ma poi ripensandoci: e meno male che c’è la crisi!!

Sennò che dovevo fare per trovare un agriturismo libero??! Andare in Nepal?!?

mercoledì 27 maggio 2009

Circa Homo…e basta!

Sproloquiato da eppifemili alle 15:03 0 commenti
In seguito a risentiti giudizi (da parte del suddetto protagonista del post il quale si lamenta dell’effettochefa letto dal di fuori) e anche in seguito ad un mea culpa dovuto forse ad alcune battute salaci impreviste e a una mia visione della realtà senza mezze misure, mi vedo costretta in un tunnel senza uscita: devo dare dettagli su di lui, l’onnipresente Homo.

Come ho letto da qualche parte, se non riesci ad uscire dal tunnel…arredalo.

E io lo arredo. Per me poi, niente di più facile!

Homo, prima di tutto, è quello che ho ancora difficoltà a presentare…

“Salve. Lui è…..

lui è il mio fid…

No. Riproviamo.

Ehm! Lui è il mio…rag…no.

Cazzo! mi fa ancora così strano ….ma si!

Lui è mio M-A-R-I-T-O ! Quasi quasi, ogni volta, mi scappa da ridere.

Homo, è in realtà l’esatto contrario di un Homo Sapiens; cioè, si, è vero che la storia delle bombe a mano e della narcolessia non è mica tanto esagerata, però in realtà, qui trattasi di persona sensibile e molto attenta…sennò mica me lo sposavo! Mica so’ scema io. Grazie.

Homo, magari è pure vero che non sa cucinare (anche se lui dice di si, ma in realtà nessuno lo sa, perchè non ha mai cucinato nulla al di fuori di una leggendaria – si mormora – pasta con filadelfia (!) che il “nostro” si vanta di aver persino inventato – gulp!); però è altrettanto vero che è super fantastico quando si prende cura degli innumerevoli amici che ci calano in casa in ogni quando.

Homo, è vero che non è il campione mondiale di ordine (potremmo chiamarlo l’anti-Furio …non so se mi spiego);

come dice Aldonsa (vedi barra laterale dei personaggi) è un dessastro esto ragasso, che desastro! Però lui è anche un super cervello creativo, che mi bombarda di stimoli professionali e non, che mi riempiono i giorni e i pensieri.

Homo, sarà pure vero che, come tutto il genere maschile cui appartiene, due coseinsiemenunlesaffàmancodipinto. Però quella che fa, in ogni ambito e contesto (capisciammè aumm, aummm), la fa da dio!

Insomma Homo come me e come tutto il resto del mondo, ha i suoi difetti, ma me lo sono sposato anche per quelli, e me lo tengo con gioia e con amore proprio così com’è.

….

….

BLEAH! mi si sono cariati i denti da soli….

Sarò mica diventata troppo sdolcinata?!

Chiedo Venia. Domani recupero e sarò cattivissima.

martedì 26 maggio 2009

Sabato pomeriggio.

Sproloquiato da eppifemili alle 15:02 0 commenti
Sabato nuova emergenza Master (vedi legendalateralepersonaggi come sempre). I nuovi, inaspettati sviluppi della sua situazione tragico-sentimentale hanno imposto un incontro d’urgenza.

Appuntamento ore 13 al Bar San Calisto, storico covo dei Trasteverini pentiti (come me) e non.

Mi preparo, lascio Homo a casa che traffica con il computer e che a sua volta ha un appuntamento sentimental-consolatorio con amica in crisi (si, effettivamente dovremmo aprire un’agenzia recupero cuori infranti), e arranco sotto un sole cocente verso il mio fido bolide.

Il bolide consisterebbe nel mio SH anteguerra, risalente ai primissimi anni ‘90 e che io, per rispetto del suddetto nonchè per affezione sentimentale, mantengo in vita grazie a cure a base di flebo alla benzina, massaggi al pneumatico e paroline dolci ai freni (tipregofunzionatipregostavoltafunziona).

Ne vado fiera. Fatto sta che da quando siamo insediati in questo nuovo quartiere, il “nostro” , che mai mi abbandonò a piedi in 20 anni di onorato servizio, ha subito svariati sabotaggi. Ieri l’ultimo.

Risulato: io sotto il sole cocente dell’una, che mi avvento sulla pedalina cercando invano di farlo rinvenire.

Responso: tagliati i fili del ….

i fili di…

beh! …dei fili.

Quindi non partirà mai.

Il mio appuntamento è tra 10 minuti e io sono un bagno di sudore che pare che m’hanno preso a secchiate.

Chiamo Master affranta, dicendo che o sono in ritardo o sono morta e non ne ho coscienza.

“Non ti preoccuare! Ti vengo a prendere”.

“Bene Allora rientro in casa. Mi faccio la decima doccia e ti aspetto”.

Eseguo e dopo 15 minuti mi preleva con il suo mitico vespone anni ‘70 (si. amiamo i catorci da queste parti) che un mese fà mi caricò con tanto di vestito da sposa e tacco 13 fino alla porta del Campidoglio in occasione del mio matrimonio (ahahaha!).

Arriviamo al Bar San Calisto e i miei occhi si illuminano. Fino a un anno fa abitavo a Trastevere ed era praticamente la mia seconda amata casa. Il posto dove, nonostante i camerieri ti sbattano le tazzine sul tavolo (e se non ti danno un calcioinculo si aspettano pure un grazie), io amavo trascorrere il mio tempo libero.

Posto frequentato da artisti, barboni, aspiranti scrittori, vecchiette di quartiere, attori sconosciuti, radical chic e turisti di passaggio. Tutti magicamente in equilibrio. Luogo dalle mille vite che cambiano ad ogni orario della giornata e che conserva il fascino ormai raro dei luoghi autentici di Roma. Quello del sanpietrino.

Comunque, avete presente la PSP (ovvero la Principessa Sul Pisello)?!? Beh! Quella sono io al Sanca.

Se il bar è pieno, si materializzano all’istante tavoli e sedie per me; quando incrocio lo sguardo dei camerieri o del proprietario, piovono immancabili complimenti; insomma sono la classica raccomandata del cavolo però solo per motivi di simpatia e, oserei dire, quasi amore reciproco fra me e tutti indistintamente quelli che lavorano lì.

Valli a capire i misteri della vita…

Ci sediamo.

Inizia la seduta psicoanalitica.

“Ieri mi manda questo messaggio. Leggi.”

“Master, qui la situazione si fa seria. O questa si decide a perdonarti per la cazzata che hai fatto, o si decide a darti il benservito definitivo. O io vado e le rigo la macchina con l’unghietta di Eppidog”.

“Eh! No! Lei No! Lei mi vuole far soffrire! Il più a lungo possibile! Ora lo so, si deve vendicare”. Dice affranto.

Nel frattempo arriva il cameriere che mi mette l’ombrellone e me lo apre perchè il mio faccino stava pericolosamente arrossandosi sotto il sole.

“Guarda, secondo me qui rasentiamo il masochismo. Devi assolutmente distaccarti dai singoli eventi ed avere una visione generale del tutto. Sennò esci pazzo!” – dico! Ma come mi vengono?! -

Arriva un altro camerire e mi porta un simpatico gelatino al cioccolato con la cialdina…tanto lo sa che prendo sempre quello quando fa caldo.

“Te che voj?” Fa a Master.

“Un succo d’ananas grazie”.

“Aoooo! – rivolto verso l’interno del bar – A questo portaje un succoooo d’anannasse!”

Circa un’ora e un’insolazione dopo, ne usciamo con una strategia sentimental-amorosa e, soddisfatti, decidiamo di alzare i tacchi.

Ci alziamo.

“Arrivederci signorina! Era da molto che non veniva a trovarci! A quando la prossima visita?”

Io con gli occhi a cuoricino: “Spero presto”.

“Quanto devo?”. Fa Master.

“Aooo! Faje er conto a questo! Er succo d’ananasse e er caffé. Er gelato pe’ la signorina lo offrimo noi”.

Che bello tornare a casa.

Ps: e voi? Ce li avete dei posti in cui vi sentite perfettamente a vostro agio, come foste a casa vostra? Sparate a raffica!

lunedì 25 maggio 2009

Lei non lo sa. Di essere un cane.

Sproloquiato da eppifemili alle 15:00 0 commenti
Ecco. Eppi-dog è un cane. Ma, come ho già accennato, lei è convinta di essere umana.

Infatti al parco:

“Dai bellina! Corri! Gioca con gli amichetti cani!”

Si avvicina la signora obesa col barboncino stronzissimo.

“E’ femmina?” Domanda di rito fra padroni di cani.

“Si”.

Io, core de mamma, la guardo male perchè quel barboncino l’ho già adocchiato prima, e mi pare proprio un brutto ceffo.

“Ah! Ma allora vanno d’accordo. Lui è tanto buono, sa?”. Si. Ora vediamo.

Il ciuffonatissimo, ridicolo barboncino Billy si appropinqua scondinzoloso e subito cerca di disonorare la mia creaturina indifesa la quale, essendo dotata di n.2 denti (in quanto gli altri sono talmente piccoli da essere visibili solo col microscopio del centro di ricerche della NASA) fa finta di difendersi. Ma è un’impresa disperata. E quindi viene fra le mie gambe in cerca di protezione.

“Ma cos’ha? Paura?”

No. A lei i biondi non piacciono. E allora?! Qualche problema con questo??!

Nel frattempo la signora cicciona tenta di intavolare una conversazione, mentre io, tesissima, provo invano a defilarmi con Eppidog al seguito.

All’ennesimo tentativo di barboncino Billy di attentare alla verginità della poverina (ma che non lo sa che prima deve chiedere formale invito a papà Homo, nonchè presentarsi con tanto di collarino di fidanzamento …sennò nonlavedemancoinfotografia??!! – che modi!) saluto la signora rompipalle e procedo verso stradina appartata.

Al chè:

“Vai bellina! Prendi la palletta! Vai!”.

Niente.

Rimane incollata alla mia gamba senza allontanarsi di più di 3 cm.

Si avvicina un bambino piccolissimo, barcollante sui suoi primi passi. Ovviamente Eppi-dog gli va incontro, Si avvicina. Scodinzola. Si fa carezzare. Cara! Cara! Fai cara al cagnolino.

“Finalmente (si deve essere detta) un mio simile! Questo qui mi piace! Ora si che si gioca!”

Dopo una decina di minuti, io, soddisfatta delle nuove amicizie, decido che è tardi.

Si torna a casa.

Per oggi abbiamo socializzato abbastanza.

E capito quali sono le belle e le brutte compagnie.

venerdì 22 maggio 2009

Ho imparato a volare.

Sproloquiato da eppifemili alle 14:59 1 commenti
Era un po’ che non vi aggiornavo sulla mia nuova identità del giovedi sera.

Eh si!

Per chi non lo sapesse, io assieme ad Uby ( amico gay – ex drag queen ), il giovedi ci trasformiamo manco fossimo Superman e Supergirl (anche se mi si confà di più Eva kant e Diabolik) e indossiamo le vesti io della tanghera e lui di UPNS (uomo per una notte a settimana).

A distanza di quasi un mese, devo dire che le nostre qualità danzerecce si sono affinate notevolmente ed abbiamo cominciato a sfrecciare sulla pista al ritmo di fantastiche musiche dai sapori lontani che invadono le stradine di Trastevere.

Ora che l’afa si fa sentire e i finestroni sono aperti, si sente echeggiare questa musica antica per il quartiere; e noi dentro, sul parquet dell’enorme sala, piroettiamo in una serie di ochos e figure scenografiche.

E fin qui tuttapposto. Pausa primo tempo.

Il problema sorge quando el sempattico estruttore de eltango ce consiglia de cambiar el partner para provar un dansatore differente.

Panico.

Ormai io e Uby siamo due anime e un corpo solo. All’unisono come due Ester Williams sbattute in una piscina, leggiadri come due Carla Fracci ottantenni alla prima della Scala. Insomma ci siamo abituati, assestati, aggiustati.

Quando esse debono ecambiar elle coppie…è tipo una roulette russa.

Se ti capita il RMS (Rammollito con Mano Sudaticcia) e magari che cià pure il carattere di una lumaca invertebrata, beh! Li so’ cazzi.

In pratica è come ballare con una medusa.

Già è brutto di suo. Nel tango poi è una bestemmia.

Oppure c’è quello che si conta i passi e lo vedi che ti guarda concentratissimo (al limite dello sforzo fisico) perchè in realtà la sua testa fa: un, du, ttrè, un du’ ttre. E ti verrebbe voglia di dire: hey man! Relax. We are just having fun. Ma poi non lo fai perchè un po’ conti pure tu e allora succede che con quello lì viene fuori proprio una schifezza. Chelametàbasta.

Ho imparato questo. Come uccidere un ballo: ballare col rammollito RMS.

Poi ti prende lui, Estefan: el insegnante de tango arhentino che te enfila due dita enel naso e te porta en jiro ecome una jacchetta.

Lui, ti fa scoprire che sapevi fare cose che, in realtà, non sapevi fare; ma con lui le fai e ti vengono pure bene tanto da gridare: el miracolo! El miracolo!

Tuttavia, alla fine di ogni lezione, un pensiero si insinua losco….

Ma se facendo una rapida statistica lì in sala, (con l’unica eccezione del deus ex machina argentino) quello più virile di tutto il corso, quello più elegante e maschio nei movimenti, quello più dominatore nel ritmo è proprio lui, il mio amico Uby, beh! cari miei …secondo voi, macchè ce dobbiamo preoccupà???!!

giovedì 21 maggio 2009

Piovono gelsi.

Sproloquiato da eppifemili alle 14:58 0 commenti
Avete presente la scena di Magnolia quando a un certo punto dal cielo piovono rane?!?!

Beh, sarò scema, ma io quella scena non l’ho mai capita.

Fino a ieri.

Si perchè ieri mi sono messa in giardino tutta bella apparecchiata con il computer, i telefoni, l’agenda e altre cosette varie, decisa a godermi un’oretta di sana natura.

Stunc!

Mi guardo intorno: stunc!

Stinc!

Stunc, stunc! Statatank!

Guardo in su.

Dall’unico albero sfigato del giardino piovevano gelsi*.

Si, si. Piovevano gelsi che Dio li mandava.

Pensavo.

Simbolo di una nemesi vendicativa e riparatrice?

Giustizia divina che vuole riportare l’equilibrio fra il male e il bene che sono in me?

Boh! Io, molto più semplicemente ne avrei tratto una mia morale personalissima.

Morale del cazzo: non si sa mai cosa ti può piovere in testa quando sei in giardino.

ps: Oh! Ci credete che a un certo punto è arrivata anche una cacca di uccello??!! Mi son detta: sticazzi della natura. E sono rientrata in casa.

Se per caso anche a voi si sono palesate verità di rilevanza cosmica come alla sottoscritta, prego, condividetele con le mie orecchie assetate.

*per chi, come me fino ad un’ora fa, non sapesse cosa diavolo sono i gelsi…beh! sono questi qui , e poi sono anche questi qui ; e poi c’è anche la confettura di gelsi ; insomma come cavolo avete fatto a vivere senza gelsi finora!!??….che vita infelice avete avuto…
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