Serata degna di nota.
Dopo giorni di si, di no, di forse, di ma e di perchè, finalmente decidiamo.
Si va in Milonga.
Solo che questa volta non siamo solo io e Uby a gettarci agili e leggiadri nelle danze.
Questa volta l'appuntamento è allargato nientepopodimenochè a amica S. (rinomata bomba sexy romana, incurabilmente single a caccia di principe azzurro) e amico di Uby Arcangelo G. (gayissimo pure lui, con un innamoramento complicato in corso e un'inequivocabile tendenza al melodrammatico/depressivo).
Per l'appena costituita "coppia di coniugi virtual/danzerecci" è la prima serata tanghera.
Sono principianti assoluti.
Loro.
Tzè...
Il programma della serata è il seguente:
- apputamento di raduno con conseguente raggiungimento della destinazione prestabilita, altresì definita da Amica S. "locasciòn".
- lezione di tango (principianti per loro e intermedi per noi - lo so. Siamo davvero troppo cooool!)
- proseguimento fino ad orario non stabilito delle danze nella milonga (che poi non è altro che la scuola trasformata in locale da ballo alla fine delle lezioni).
Fin qui mi pare tutto chiaro.
Quello che non è proprio così chiaro è il fatto che io mi vedo piantata per ben 30 minuti in macchina da sola in una piazza qualsiasi di un affollato sabato sera romano, in attesa dei due accompagnatori i quali, non appena arrivati, trafelati si giustificano attribuendo la colpa ad un maquillage mal riuscito e ad un'applicazione imprecisa del fondo tinta.
Peeeerfeeeetto.
Passiamo a prendere S. che si presenta con un paio di pantaloni tatuati, dentro i quali si ergono strippatissime due lunghe gambe, inviluppate in aggressive calze a rete ed agevolate da un agile tacco 12.
E' raggiante.
Recentemente sta seguendo un corso di trucco e mi pare logico che scatti prontamente fra lei e "i nostri" una discussione (più simile ad una mitragliatrice a canne multiple) di consigli su prodotti di bellezza, creme antirughe, cosmesi, sieri dell'eterna giovinezza, Dorian Gray (che poi secondo loro si dovrebbe chiamare Dorian Gay), ecc.
Io guido.
Arriviamo in un luogo non definito a metà fra un garage, un centro sociale ed un rifugio anti atomico.
Apriamo un cancelletto di ferro sul quale c'è un foglio di carta con sopra scritto a mano "Milonga".
Entriamo in una porticina minuscola.
Scendiamo un'inquietante rampetta di scale.
E' buio.
A questo punto mi aspetto di veder spuntare Misery con un coltello in mano e un rumecoca nell'altra.
Ed invece, ben presto io e Uby cominciamo a riconoscere alcune rassicuranti facce note.
C'è ovviamente Estefàn (el ensegnante de tango); di lui si innamorano istantaneamente sia amica S. che Arcangelo G. (Uby è già invaghito di lui da almeno un annetto).
Si intavola una discussione sul fatto se sia o no fidanzato e, non venendo a capo della questione, Uby lo chiama:
"Estefàn, caro come stai?"
"Bene. Esono felis de vedervi achì anche enella Milonga esta ssera".
"Caro! Anche noi!", prosegue Uby con un sorriso modello Telefunken a 45 denti.
Si insinua subdolo come una faina: "Ma la tua fidanzata non l'hai portata?"
Estefàn se lo guarda corrucciato e fa:
"Ma jo non tengo la fidanssatta. Està finida. No mas".
Gli rifilo un dispiaciuto sguardo di condivisione per il recente lutto sentimentale.
Vorrei quasi abbracciarlo per comunicargli un gesto di disinteressato affetto e sostegno.
Sento quasi di essere vicina alla commozione quando, guardandomi rapidamente attorno, scorgo tutti in fila, tre smaglianti quanto rapaci giganteschi sorrisi.
Negli occhi di amica S, Arcangelo G. e Uby si è accesa improvvisamente l'ardente speranza attizzata dalla sensazionale notizia.
Come avvoltoi roteanti su lande desertiche, sono ora tutti in lizza per l'ambita preda: el corazòn ferito del povero Estefàn.
Per fortuna inizia la lezione e i tre riacquistano una parvenza di decenza emotiva.
Si asciugano la bava fuoriuscita dalle rapaci bocche e incominciamo le danze.
....to be continued.