lunedì 14 settembre 2009

Circa la visita dall'ortopedico ed i suoi impedimenti

Sproloquiato da eppifemili alle 09:00 27 commenti
Alcuni giorni orsono, dopo aver piacevolmente trascorso un'estate fra dottori, reparti di pronto soccorso ed ambulanze, io e Homo siamo finalmente andati dall'ortopedico.

Chi non avesse seguito le nostre peripezie estive, può andare qui , qui e qui.

Gli altri, quelli che le conoscono perchè le hanno già lette su questo blog, li compatisco perchè non avevano nulla di meglio da fare.

Comunque.
Homo, finalmente di nuovo bipede, dopo essere rimasto spalmato a pelle d'orso sul letto per settimane causa ernia del disco, prende appuntamento con l'ortopedico Ciccio.

Ciccio è amico di un nostro amico medico, che pare abbia dato a Homo il segnuente parere professionale:

"Vai da Ciccio chette rimette a posto lui"
.

E quindi noi, seguendo pedissequamente la preziosa prescrizione medica, si prende l'iniziativa e si va da Ciccio l'ortopedico, in un sereno pomeriggio di fine estate che, a dirla tutta, non promette nulla di buono.

L'appuntamento è particolarmente atteso in quanto ci dirà tutta la verità sulla condizione della schiena malandata di Homo che da ben sette anni non veniva sottoposta a risonanza magnetica.
Dopo un'attesa di più di un mese, finalmente abbiamo la lastra e possiamo ambire all'agognato responso.
Nell'aria c'è tensione.

Fatto sta che prima dell'appuntamento Homo, che mi chiede di accompagnarlo poichè ha ancora alcune difficoltà a guidare (
meglio spiegabili come: tesoro mi accompagni che non ho punto voglia di recarmi da Ciccio l'ortopedico da solo), deve fare una piccola commissione: consegnare il computer al centro assistenza per farlo riparare.

Benissimo.
Ci prepariamo.
Ovviamente siamo in ritardo sulla tabella di marcia, avendo due destinazioni che si trovano agli antipodi di Roma.

"Sei pronto? Andiamo?"

"Si. Ok".

"Hai preso tutto?"

"Si. Dai che è tardi", mi fa lui.

Di corsa saliamo in macchina e ci lanciamo nel traffico.
Arriviamo trafelati al negozio.
Consegnamo il computer.
Risaliamo in macchina.
Torniamo praticamente sotto casa e ci dirigiamo in direzione opposta, verso il miraggio: lo studio di Ciccio.

Superata da 5 minuti la nostra magione, io paranoica chiedo a Homo.

"Dove hai messo la risonanza?" (traduzione: cara la mia dolce metà, ti prego di fornirmi prova di aver recato teco il prezioso documento, unica fonte della nostra futura felicità o infelicità).

Lui si gira verso di me.
E' stranamente pallido.
Io capisco.

"Ah! L'ho dimenticata!", risponde millantando naturalezza.

Secondo di silenzio.
Siamo in ritardo.

"Vabè", abbozzo un sorrisetto.
"Siamo a cinque minuti da casa. Torno al volo indietro. Tu sali e la prendi. Andare senza è perfettametne inutile" (traduzione: tesoro, quanto sei rincoglionito da uno a dieci? Rispondo io: dieci).

Faccio un'inversione a U che manco Ayrton Senna ha mai vantato;
sgommo;
lancio l'auto sparata sul Lungotevere.
Arrivo sotto casa e lo faccio scendere.
Dopo poco torna affannato con il trofeo in mano.
Bene.
Ripartiamo.
Manco passano due minuti che un dubbio mi assale.

"I soldi per pagare il dottore ce li hai?"

Di nuovo silenzio.
"..."
"Ah! No.
Li ho dimenticati"
.

Fumo nero comincia a uscire dalle mie orecchie.

"Scusa. E come pensavi di pagarlo Ciccio l'ortopedico?" (traduzione: cialtrone di un marito che mi sono sposata, come avevi in mente di ricompensare lo stimato professionista, in natura?!).

"Beh! Non ci avevo pensato. Vabè fermiamoci al Bancomat".

Proseguiamo.
Lungo la strada, scannerizziamo ogni singolo palazzo nella speranza di trovare un bancomat funzionante.
Dopo dieci tentativi rimbalzati dal simpatico messaggino "prelievo non disponibile", lo troviamo.
Ritiriamo i soldi e ripartiamo.

Arriviamo nella via di Ciccio l'ortopedico con venti minuti di ritardo.
Per un dono del dio Anubi materializzatosi sull'asfalto, trovo parcheggio.

"A quale numero civico si trova?", chiedo guardandomi intorno.

"23", risponde lui pronto.

Al 23 c'è un negozio di biancheria intima.
Tuttapposto.
Ora, o Ciccio l'ortopedico, considerata la crisi, ha deciso di vendere mutande di pizzo, oppure Homo ha scritto male l'indirizzo.
Ovviamente è la seconda.

"Beh! Ora lo chiamo e chiedo di nuovo il civico. Prestami veloce il tuo cellulare che il mio si sta scaricando e non ho il numero trascritto da nessun'altra parte", fa lui.

"@!+...@!?**@"

Mi sa che invece di un fotografo, era meglio che sposavo un avvocato.

domenica 13 settembre 2009

THE FIRST TEFPOW !

Sproloquiato da eppifemili alle 12:52 36 commenti
bravo

Come anticipato, quest'oggi si inaugura in anteprima su Eppifemili l'attesissimo TEFPOW !!

Non paga di parlare dei cazzi miei,
ho deciso di intervenire altresì su vicende accadute nell'impervio mondo dei bloggers.

Dato che questo blog è mio e qui io faccio quello che mi pare (cioè me la canto e ma la suono), ho simpaticamente e per la vostra inattesa gioia deciso che inaugurerò un
evento settimanale (standing ovation please) che mi vedrà protagonista nella segnalazione e recensione del post che più ho gradito fra tutti quelli che mi sono capitati sott'occhio.
Tiè! Beccateve questa!

L'evento si chiamerà

The Eppifemili's Favourite Post Of the Week,

meglio conosciuto come
TEFPOW (si pronuncia "tefpou" - e studiatelo st'inglese cavolo!).

Questa settimana, per inaugurare degnamente il
TEFPOW, ho scelto un post di una mia recentissima e piacevole scoperta che si chiama Pandizenzero.

Vi elenco i profondi e radicati motivi a sfondo socio-culturale che mi hanno portato alla selezione di tale post:

N.1 - Nella foto c'è in primo piano un paio di scarpe col tacco.
Che pretendete?! L'avete visto bene il mio avatar?!
E poi, da brava feticista quale sono, non potevo mica ignorare tale fondamentale dettaglio degno di merito.

N.2 - Mi ha aperto una nuova prospettiva su un personaggio che per generazioni ha condizionato l'infanzia del genere femminile.
Parliamo di Cenerentola signori!
Mica pizza e fichi.
L'idea che la famosa favola sia una metafora pregna di significati reconditi come i dettagli dello sfondo paesaggistico della Gioconda, ha davvero cambiato ciò che resta della mia vita, aprendola ad una serie sconfinata di possibilità alternative.
Di questo sarò grata a Pandizenzero per tutta la vita.

N.3 - Mi ha fatto scoprire che in realtà Cenerentola è romana.
(L'avevo sempre sospettato).

N.4 - Mi ha dato conferma del fatto che non bisogna mai contare troppo sulle storie d'amore.
Perchè 'sto cavolo di principe azzurro, sarà pure azzurro, ma mi sa tanto che alla fine è proprio una sòla (*
sòla: dicesi a Roma di situazione o persona mendace, nonchè diversa da ciò che vuole apparire).

Non mi dilungo oltremodo e vi auguro dunque una buona lettura di:

LA VERA STORIA DI CENERENTOLA


*Qualora il meritevole del TEFPOW avesse qualcosa in contrario, potrà segnalarlo alla Segreteria di Eppifemili.
(Orari di apertura: il mercoledì dalle 10:00 alle 10:05
).
Sarà mia premura rimuovere immediatamente il link.


**Qualora il meritevole volesse invece dare prova sul proprio blog di essere stato insignito dell'autorevole segnalazione, potrà copiare ed incollare il seguente codice un po' dove cavolo vuole:

venerdì 11 settembre 2009

Missione suicidio_Parte seconda (e ultima si spera)

Sproloquiato da eppifemili alle 07:35 38 commenti
Episode 2. Continuing from Missione Suicidio_Parte Prima


Esco dalla palestra comunale accasciata come un cucchiaio di puré nel piatto.
Parto speranzosa verso la tappa successiva.

Quarta cosa la mattina: missione cambio residenza.

Arrivo all'
Ufficio Anagrafe Centrale di Roma - Primo Municipio.

E già dalla porta si capisce l'aria che tira.
Una fila interminabile di disperati come me, si è creata per accedere al banco informazioni, meglio conosciuto come "
l'anticamera della disperazione".
Prima di accodarmi però, furba come una faina, penso bene di prendere il numerino.

A me non la si fa.

E infatti.
Il numerino non esce.
Insisto.
Niente.
Fallimento. Frustrazione.
Depressa come una martire e sempre col cilicio ben saldo in mano, mi accodo rassegnata per accedere al banco informazioni.

Peccato che alla fine della lunga coda di gente, facendo capolino, non riesco a scorgere nessuno.
Comprendo infatti che siamo lì, tutti in fila per il nulla.

Dopo il giornale, dopo il caffè, dopo la telefonata all'amica, finalmente si materializza lei.
La signora Erminia del banco informazioni.
Lei sull'anagrafe sa tutto.
Lei lì è il boss.
Lei se la comanda.
Come Marlon Brando nella saga de Il Padrino.
A pensarci bene gli assomiglia pure un po'.
La leggenda narra che la Signora Erminia del banco informazioni sia nata propio lì, fra i muri dell'
Ufficio Anagrafe Centrale di Roma - Primo Municipio, e che da allora, non ne sia più uscita.
Pare che con suo marito abiti nel seminterrato e che abbia generato i suoi due figli (che ora fanno gli uscieri al pianterreno) nella stanza 25 del terzo piano.

Dopo un'ora approdo finalmente a lei.

"Scusi, dovrei fare il cambio di residenza e non escono più numeri dalla macchinetta".

"A signorì! Eccotelo er nummero!
Te lo do io.
So' io la macchinetta".


"Grazie Signora. La ringrazio molto.
Senta, Posso prenderne un altro per mio marito che sta arrivando?"


"Eeeh! Nooo! Questo è l'ultimo nummero pe' stamatina. Quanno la chiameno, je lo dica e vedrà che fanno er cambio pure a su' marito.
Ce l'ha la fotocopia del documento e er numero de targa della machina?".


"Si signora. Ce l'ho. La ringrazio molto".

"Se figuri.
Er prossimoooo!
"

So che mancano 20 persone al mio turno.
Quello che non so ancora, è che per ogni persona l
'Ufficio Anagrafe Centrale di Roma - Primo Municipio, impiega 30 minuti netti, secondo più secondo meno.
Nel frattempo, posseduta da un delirio di onnipotenza pre-senile, decido di rilanciare la scommessa e mi munisco di richiesta di carta di identità che da decenni ho in programma di fare.
Leggo le istruzioni scritte a mano su un foglio appeso accanto alla signora Erminia (le ha scritte lei).
Vado al primo piano.
Pago il bollo.
Riscendo.
Prendo il modulo.
Lo riempio.
Fotocopio il documento.
Impilo le scartoffie e...
Colta da dubbio atroce, torno dalla Signora Erminia e le chiedo:
"Senta scusi: dovevo per caso fare la denuncia di smarrimento della vecchia carta di identità per chiederne una nuova?"

"Eccerto! Pe' fforza!
Ma poi scusi, lei non sta a chiede' il cambio di residenza?"
, mi guarda come si guarda una povera scema.

"Si certo".

"E allora che la fa a fa' mo' la carta di identità?!
Poi je deve pure ricambià l'indirizzo"
, la sua brillante logica umilia la mia fragile mente confusa. Sono persa.
Rinuncio.

Rassegnata, torno sui miei passi iniziali.
Nel frattempo è arrivato Homo.
Ci sediamo in un angolo ad aspettare il turno per il cambio residenza.
Io sembro mia nonna.
Dopo tre ore di interminabile attesa chiamano il nostro numero.
Entriamo nella stanza e sbotto:
"Dobbiamo fare il cambio di residenza. Abbiamo un solo numero. La signora Erminia ci ha detto che potevamo fare entrambi il cambio. Sono tre ore che aspettiamo. Non è una giornata felice. La prego abbia pietà!"

"Si signorina. Va bene. Facciamo un'eccezione. Iniziamo da lei. Qual'è il suo vecchio indirizzo?"

"Via XXXX, 33"

"Perfetto. Controlliamo se ci sono già persone residenti".

"..."

"Come?! Beh! Si che ci sono.
C'è mia madre che ha lì la residenza da decenni; ma non ci abita più da molto tempo"
.

"Ce l'ha il modulo firmato da sua madre che la autorizza?", mi chiede senza manco alzare lo sguardo.

"No scusi. Mi faccia capire: io per abitare in casa mia con mio marito, ho bisogno di un permesso scritto di mia madre che non abita più lì da anni?"

"Esatto. Ce l'ha il modulo firmato?", taglia corto.

"No".


"E allora mi dispiace ma dovete tornare un altro giorno".

_..._

Colpita e affondata.
Un record.
Due volte nella stessa mattinata.
Il mio Ego nel frattempo è sceso nel seminterrato a prendersi un caffè con il marito della signora Erminia.

giovedì 10 settembre 2009

COMING SOON ON EPPIFEMILI

Sproloquiato da eppifemili alle 10:46 26 commenti
Dopo "The Honest Scrap Award",

Dopo "Le 7 cose che non si sanno di te",

Dopo "Le 134 Cose che Vorresti Fare Mentre ti Tagli le Unghie dei Piedi",

FINALMENTE IN ESCLUSIVA


ARRIVERA' A BREVE SU EPPIFEMILI NIENTEPOPODIMENOCHE'...

IL TEFPOW !!!!

Eppifemili
Grafica con effetti glitter di Myspace

E SCUSATE SE E' POCO.

lunedì 7 settembre 2009

Missione Suicidio_Parte prima

Sproloquiato da eppifemili alle 13:19 52 commenti
Travolta da un'insana quanto mai insolita vena di masochismo post estivo, decido questa mattina di recarmi a sbrigare alcune faccenduole extra lavorative e non.

Molto bene. Veri gud.

Ho in programma una selezionatissima lista di simpatiche "rotture di coglioni" che da tempo accumulo, cercando diligentemente di ignorare.
Vado ad elencare:
- prima cosa la mattina: appuntamento in cantiere con operai per impostare un nuovo lavoro.
E lì ciò avuto una gran bottadichiulo poiché il cantiere si trova esattamente nel palazzo accanto al mio. Si. Lo so. Mi faccio schifo da sola. Grazie.
- seconda cosa la mattina: reperire informazioni presso la palestra comunale vicino casa. Unico esempio di ciò che di più simile ad una palestra si possa trovare nel raggio di 30 chilometri dal mio nuovo appartamento. Ovviamente, essendo comunale, bisogna andare la mattina presto per prendere il numerino.
- terza cosa la mattina: avventurarmi nella notoria giungla tropicale (che raccoglie esempi di fauna sconosciuta ai più) che è l'Ufficio Anagrafe Centrale di Roma - Primo Municipio.
Se non ci siete mai stati:
primo - non vi lamentate mai più di fare file in un qualsiasi ufficio di un qualsiasi luogo appartenente al nostro sistema stellare.
secondo - siete dei dilettanti delle code e probabilmente avete avuto un'infanzia infelice. Vergognatevi.
terzo - non potete capire. Smettete di leggere qui.
Missione: cambio di residenza (e qui aggiungerei questa musica di sottofondo).
- quarta cosa la mattina: già che ormai ho il cilicio in mano per iniziare ad autoflagellarmi, mentre faccio la fila per il cambio di residenza, penso bene di approfittare e richiedere la nuova carta di identità che ho smarrito ormai da decenni.

Tutto chiaro?!
Ok.

La prima cosa la sbrigo in fretta. Alle 8 in punto devo vedere il mio fido collaboratore che ormai dopo anni di esperienza capisce tutto al volo. Cioè capisce che non ciò voglia di fare un cavolo e che le rogne le passo tutte a lui.

La seconda cosa comincia ad insinuare nella mia mattinata un sospetto di complicazione.
Arrivo bel bella verso le 9:10.
Penso chiaramente di essere una gran figa (nonchè oltremodo scaltra) perchè sto lì prima dell'apertura della segreteria che avverrà dopo venti minuti.

Senzaltro.

Trovo una fila di assatanati di ogni età e provenienti da ogni dove, che mi si allinea di fronte allo sportello, mi gira intorno alla colonna, mi scende le scale, mi esce dal palazzo, mi svolta l'isolato, mi attraversa la piazza, mi incrocia un tronco d'albero.

E lì, dietro al tronco, mi posiziono io.
Sono nascosta, quindi mi metto a piangere.

Dopo signora settantenne che deve iscrivere figlia, nipoti, sorella e tutto il cucuzzaro;
dopo manager in giacca e cravatta incazzato che è lì per il figlio, lanciando accidenti alla moglie che gli ha rifilato la pratica;
dopo casalinga cicciotta che si iscrive ad ogni possibile attività motoria perchè quest'anno ha deciso che 'sti chili di troppo li butta giù di sicuro;
arrivo io.
E' il mio turno finalmente! Tocca a me!
"Salve, vorrei fare un'iscrizione. Stavo leggendo la brochure e vedo che c'è un pacchetto mensile per una serie di attività".

"Si, signora. Può scegliere fra Pilates, Total Gym, Taiji-quan, Spinning, oppure Total Body. Ne può selezionare due. Quale preferisce?".

"Ma come? Si deve scegliere?! Non posso iscrivermi in generale e poi fare ciò che capita?"

"No sinora. Deve scegliere. Quale preferisce?"

Panico assoluto.
Vuoto pneumatico nella mente.
Cazzo a questa domanda non ero affatto preparata.
Penso: invece di piangere, facevo meglio a ripassare.

"Ehm! Scusi signora", prendo tempo come durante le interrogazioni a scuola.
"Dunque sarei interessata a Pilates e Taiji-quan", rispondo. Tiè!

"No. Guardi. Pilates e Taiji-quan non fanno parte dello stesso pacchetto.
Se Fa Pilates può fare Total Gym oppure Total Body.
Se sceglie Taijj-quan può abbinarci Total Body oppure Spinning.
Poi, se per caso invece preferisce, c'è la novità di quest'anno che è il Corpo Libero Esteso al quale può abbinare o Total Gym o Tajij-quan. Ma solo a giorni alterni".


Io pallida.

"Ehm! Guardi, magari... allora... ci penso un attimo su e torno domani".
Mi sento di aver preso un bel 4 all'interrogazione. Sono umiliata.
"Magari oggi potrei giusto iscrivere mio marito a nuoto", incalzo tremante con un filo di voce.

"Si certo. Che giorni e in che orario?". Che fa la stronza?! Provoca?
Vuole mettermi in difficoltà?
Ma questa la so e con sguardo provocatorio rilancio tronfia:
"Il martedi e il giovedi alle 10.00. Segni. Segni pure", ribatto soddisfatta soffiandomi sulle unghie e strofinandole sul bavero della giacca.

"Bene. Mi dia il certificato medico"

_..._

"Certificato medico?!
Ma non posso intanto iscriverlo e pagare, così conservo almeno il posto?! Prima dell'inizio dei corsi, giuro, porterò il certificato".


"No signora. Non posso procedere. Deve tornare con il certificato medico e solo allora potrò iscrivere suo marito.
Sempre se ci saranno ancora posti disponibili".


Colpita e affondata.

...to be continued...

Circa il supermercato e tutto ciò che gira intorno.

Sproloquiato da eppifemili alle 10:47 46 commenti
Fila al supermercato.

Domenica mattina.

Afa bestiale.

Capelli umidi, sudaticci e pelle appiccicosa.

Una di quelle sensazioni che hai quando sei su una nave in mezzo all'Oceano Pacifico per dieci giorni di fila.

Peccato però che sono in una Roma rovente a combattere contro il sanpietrino infuocato da un sole impietoso.

Meno male che nel supermercato c'è l'aria condizionata a palla.

Un sollievo.

E' quasi un'esperienza mistica.

Pensa un po' come sto messa.

Cerco la lista.

Ovviamente dimenticata a casa.

Mi rassegno e comincio a vagare.

Mi barcameno fra scaffali e aree frigo, cercando di mettere insieme quello che mi serve.

Carico finalmente il carrello e arranco verso la fila alla cassa.

Dietro di me un signore sulla settanticinquina.

"Se vuole può passare avanti". Gli dico sorridente con la gentilezza ed il rispetto dovuti alle persone anziane.

Lui manco mi guarda e mi scavalca.

La signorina della cassa comincia a far passare la sua spesa sul lettore prezzi:

Biiip-latte; biiip-birra (ah! Il signore sbevazza); biip-uova; biip-balsamo (ma se cià tre capelli in testa!); biip-bloccoaquadretti; biip-limoncellodellacostiera (aridaje! Questo è alcolizzato).

Lui improvvisamente pontifica con voce tonante rivolto alla cassiera:

"Quando te vedo la mattina penso: ammazza quanto sei brutta".

Mi giro basita verso i due.

Lei, la santa donna che non sarà Sharon Stone in Basic Instinct ma che brutta non è affatto, con tanta, tanta pazienza, se lo guarda impassibile e sputa un altro biiiiip-cetrioli.

Il sensore prezzi si è istantaneamente trasformato in una pistola lanciafiamme che con veemenza spara biiip-acqua, biiiip-pomodori, biiiiiiiiip-patatinepai.

"Ma come mai sei così cattivo questa mattina Alvaro? Dovresti essere contento. Ti fanno pure passare avanti alla fila", fa lei a lui.

" Si. E magari sarebbe gentile se ringraziasse", intervengo piccata.

Lui mi scruta dal basso verso l'alto e replica:

"Alla signorina la ringrazio si. E je do pure un bacio".

Me lo guardo ormai irrecuperabilmente indispettita, con aria di sfida.

Cerco gli occhi della cassiera, conidividendo uno di quei rari momenti di solidarietà femminile che non si scordano facilmente nella vita.

Poi rispondo decisa:

"No, davvero.

Un grazie sarebbe più che sufficiente.

Biiiiiip!!".

Lo so. Non avrei dovuto farlo, ma confesso: mi ha dato tanta soddisfazione.

giovedì 3 settembre 2009

Quando la Aldonsa è in vacanza

Sproloquiato da eppifemili alle 09:43 58 commenti


















Quando la Aldonsa è in vacanza succedono un sacco di cose strane in questa casa.

Quando la Aldonsa è in vacanza, si creano delle montagne sparse di oggetti non identificati negli angoli più remoti dell’appartamento: ognuno di noi si guarda bene dal ravanarci dentro (Eppidog esclusa, poiché gli odori la attizzano parecchio), per timore di trovare esempi di evoluzione della specie animale che manco Piero Angela saprebbe catalogare.

Quando la Aldonsa è in vacanza, dalle finestre si vedono palazzi sempre più offuscati: da quando è partita, credo che Roma (per la tristezza) sia stata immersa in un sottile e costante strato di foschia. Tuttavia recentemente mi è sorto il dubbio che io debba pulire i vetri.

Quando la Aldonsa è in vacanza, gli indumenti residenti nell’armadio hanno le fattezze di fogli accartocciati: la conseguenza è che vedo Homo girare per e fuori casa, con outfits degni del premio oscar per i costumi, che prevedono l’accostamento del giallo al viola con l’aggiunta di un sospetto di verdino anni ‘70; il tutto talmente ingrinzito che pare che l’hanno passato al tritarifiuti. Benissimo.

Da quando la Aldonsa è in vacanza, caso strano, la biancheria si è depressa: ha stranamente acquisito un colore grigetto con punte di rosato. Ho provato a parlarci, ma niente.

Da quando la Aldonsa è in vacanza organizzare cene per gli amici è diventato faticosissimo: nonostante l’ingresso in questa nuova casa di nientepopodimeno che….LA LAVASTOVIGLIE (standing ovation please), il rassettare dopo il terzo bicchiere di vino, mi crea simpatiche sorprese il giorno seguente, non ultima quella di trovare una scarpa nel frigorifero.

Ho capito che, finchè la Aldonsa è in vacanza,

mi sa che è meglio che io diventi la Aldonsa.

Blog Widget by LinkWithin
 

eppifemili Copyright © 2009 Girl Music is Designed by Ipietoon Sponsored by Emocutez