
EPISODE 2
Sempre ultima vacanza ormai troppo lontanta.
Sempre Borneo Malese.
Sempre noi di Eppifemili.
Appena entrata nello chalet, dopo la scarpinata di cui al precedente post, mi accorgo che qualcosa non va.
Homo è fuori a scattare fotografie al granello di sabbia depositatosi sulla ringhiera, e poi al filo d'erba insinuatosi fra i ciottoli, e poi...vabè tralascio; avete capito.
Mi guardo intorno e vedo che ogni cosa è sottosopra. Nulla è più al proprio posto.
Esco con occhio pallato e volto paonazzo:
"Homo! Sono entrati in camera! Ci hanno derubati!"
"Come derubati!?!", entra e prende visione.
Un'infinità di piccoli oggetti catapultati in ogni dove e fuoriusciti decisamente in modo traumatico dalla mia valigia scappottata peggio di una cabriolet.
Il trolley di Homo poi, che furbescamente avevamo chiuso col lucchetto, è stato invano oggetto di tentativo di scasso.
"Strano - dico io - Che ci vuole col coltello ad aprire una valigia!?"
"Forse quei ladri da strapazzo saranno stati sorpresi da qualcuno o da qualche rumore e sono dovuti fuggire via", ribatte Homo.
"Sarà...ma i miei anelli d'argento ci sono tutti....
anche se ....
sono stati spostati e messi in un sacchetto di plastica assieme ad una manciata di cosmetici vari! Oh io non ci capisco mica niente!"...
Il mistero si infittisce.
La Jessica Fletcher che è in me comincia ad affilare gli artigli e a sbavare per l'eccitazione.
Tempo 3 secondi, io e Homo puntiamo diretti come missili nucleari verso l'ufficio sicurezza del parco nazionale.
Ah no! A noi no la si fa!
Quei manigoldi non la passeranno liscia!
Con l'espressione arcigna, bussiamo alla porta e, dopo un rantolo proveninete dall'altra parte, decidiamo di entrare.
Un omino col pancione che manco Poirot, si solleva dalla scrivania sulla quale era accasciato nel mezzo di una sana pennica equatoriale.
Dandosi un contegno viene verso di noi.
Perplesso, ci pone qualche domanda, e decide di seguirci allo chalet per fare una ricognizione di persona.
Prima però chiama all'appello Chun Li, ovvero la signora responsabile delle pulizie.
Dopo qualche breve istante, sotto un sole cocente e con 50 gradi all'ombra, Eppi, Homo, Poirot e la versione malesiana di Sandra Milo, marciano in pompa magna verso lo chalet come se fossero in procinto di intraprendere una crociata per la salvezza delle anime di tutte le galassie conosciute.
Manco entriamo che Poirot ci indica degli oggetti che giacciono alla rinfusa a terra sull'erba proprio in corrispondenza della nostra finestra.
Si avvicina e indaga.
Osserva silenzioso.
Rimugina.
Poi, improvvisamente, con un sorriso lampante e la sicurezza dell'investigatore infallibile al quale non si può nascondere nulla, ci guarda e fa:
"Monkeys! Monkeys! Did you leave your window open?"
"Beh! Veramente si. La finestra l'ho lasciata aperta.
Ma - preciso prontamente - la zanzariera era ben chiusa".
Insomma per farla breve, prima che la signora delle pulizie venisse a raccattare e imbustare tutto quel casino, quelle disgraziate di scimmie avevano aperto la zanzariera, erano entrate, avevano preso e scappottato ogni singolo oggetto contenuto nella mia valigia lanciandolo poi fuori dalla finestra o in terra.
L'effetto che si doveva essere presentato agli occhi di Sandra Milo doveva essere simile all'esplosione di una bomba nucleare potenziata.
Non paghe, le manigolde avevano poi cercato di aprire, mordendola, la valigia di Homo.
Avevano altresì pensato bene di tracannare tutto ciò che di liquido o vagamente commestibile potessero trovare, e di fare in mille pezzi, sventrandole una ad una, tutte - ma dico tutte - le scatole di medicine, pasticche e creme presenti nel bustone pronto soccorso formato famiglia che ci portavamo dietro.
Robba da far impallidire un ospedale di Emergency.
Morale della strana favola, il menù di quel pomeriggio prevedeva per le nostre arzille scimmiette ospiti:
Piatto principale: una ventina di pastiglie di Imodium
Bevanda: un nuovissimo fondotinta liquido Dior
Dessert: un'intera confezione gigante di Melatonina (ovvero pasticche per dormire).
Sai che sonno si devono esser fatte quella notte...