
E infatti ha perfettamente ragione.
Oggi ho un'altra missione da compiere, in apparenza un po' meno "suicidio" del solito.
Devo registrare alla Siae il mio primo e quasi certamente unico manoscritto.
Ebbene si.
Ciò avuto la faccia tosta, da un annetto a questa parte, di scrivere un romanzo.
Ora, non è che io abbia proprio velleità da scrittirce;
ed infatti non penso assolutamente che troverò mai un editore abbastanza fulminato da voler pubblicare una mia "opera";
o almeno, non senza che io lo abbia prima pagato profumatamente in soldi o in natura.
La qual seconda cosa, a dire la verità, potrei anche valutare in caso di richieste insistenti da parte del sosia di George Clooney.
In ogni caso, la mia amica scrittrice mi dice che ASSOLUTAMENTE DEVO, iscriverlo alla Siae.
Motivazione imprescindibile: "perchè non si sa mai. Potrebbero sempre rubarmi l'idea".
Io penso che, se esistesse davvero un povero disperato desideroso di rubare le mie idee, sarebbe ad un livello di ispirazione creativa talmente basso da dover guardare in alto per salutare Danny de Vito.
Comunque, da irrecuperabile fatalista paranoica quale sono, una volta insediata la pulce nell'orecchio, quella ci si è messa comoda.
E quindi, per non sapere né leggere e né scrivere (e in questo caso specifico, soprattutto per non saper scrivere), mi decido.
Vado a registrare lui:
il mio primo ed unico manoscritto.
200 pagine di deliranti parole ingarbugliate, elucubrazioni stravaganti, storie di depressioni ed epilogo improbabile.
Vado a dargli dignità.
In fondo, se la merita.
Perchè no?
Esco alla buon ora.
Mi metto il casco e salgo sul motorino.
Devo attraversare la città.
Ciò una fiacca.
Arrivo agilmente all'Ufficio Opere Inedite.
"Scusi, dovrei registrare un manoscritto. Cosa devo fare esattamente e dove devo andare?"
"Terzo piano, stanza 311", fa l'usciere.
"Grazie. Molte grazie".
Entro nella stanza.
Ho solo 3 persone davanti.
Capirai!
Rispetto all'Ufficio Anagrafe Centrale di Roma - Primo Municipio o alla stronzissima ed infida Palestra Comunale, qui è roba da dilettanti!
Tszè!
Arriva subito il mio turno.
"Devo registrare un manoscritto inedito", e sono certa che rimarrà tale, ma tantè.
"Si certo. Ha il modulo?"
"Si eccolo". Oggi sono un treno!
Preparatissima.
Infallibile.
Non ci sono possibilità di errore.
Nessun margine di rischio.
No spazio agli imprevisti.
"Ha la copia del manoscritto firmata in ogni sua pagina?"
"Certamente", ho ancora il crampo alla mano.
"Perfetto. Come vuole pagare? Contanti o bancomat?"
"Contanti va bene".
"Allora deve andare prima in banca al piano terreno, fare il versamento e poi tornare qui".
"No guardi. Se è così, preferisco usare il bancomat; mi sembra più rapido".
"Va bene. Ecco. Prego. Digiti il codice", e mi alllunga la piccola tastiera facendola passare attraverso la finestrella dello sportello.
Tic, tic, tic.
Rattatraaa!
....Rraaatt!
....RUT.
"La tastiera del bancomat si è inceppata. Attenda un secondo. Non sta stampando la ricevuta di avvenuto pagamento". Ma io dico, ti pareva che poteva andare tutto liscio per una volta!?
"Un secondo solo e risolviamo".
Il tipo dello sportello inizia a smontare la macchinetta.
Tira fuori il rotolino della carta.
E' lui il colpevole.
Lo maneggia.
Lo gira.
Lo reinserisce.
Io lo guardo basita.
"Ancora un istante signorina. Adesso risolviamo. Un attimo di pazienza".
Ecchissemove.
Ripete l'operazione.
Comincia a sudare per l'evidente imbarazzo.
Questa cavolo di macchinetta non ne vuole sapere di fare il suo dovere.
"Provo a cambiare il rotolino. Forse questo è rovinato", è evidente che non sa più che pesci prendere.
Dietro di me ormai si è creata una fila di venti persone.
Lo fa.
Cambia il rotolino di carta.
Niente.
Prova con un altro.
Niente.
Chiama in aiuto la collega che giaceve impassibile alla scrivania dietro di lui.
Insieme, iniziano a trafficare, accanendosi sulla povera tastierina incriminata.
In due, ora si dividono i compiti.
Studiano una strategia.
Una tiene la macchinetta;
l'altro inizia una delicatissima quanto rischiosa operazione chirurgica a cuore aperto.
Diagnosi: macchinetta colpita da momentanea disfunzione motoria.
Intervento: trapianto di rotolino.
Prognosi: riservatissima.
Dopo poco, la collega rinuncia e, disperata, va al telefono.
Chiama i rinforzi.
Arriva la signora Anna con una pancia ad un evidente stadio avanzato di gravidanza.
Siamo certamente prossimi all'ottavo mese.
In pratica attorno al minuscolo apparecchio, ora sono in 3 e mezzo.
Di cui il mezzo non è ancora nato ma ci sta seriamente ripensando.
Non ritiene sia opportuno nascere un un mondo in cui la gente si agita inebetita e senza tregua attorno a un pezzettino di plastica.
Manco fosse un lecca lecca o, chessò, un cornetto Algida.
"Niente", continua il tipo dello sportello.
"Dobbiamo chiamare Mario".
Beh, dico io!
E cosa stiamo aspettando?!
Chiamiamo Mario allora!
Se Mario ha la soluzione, Mario è il nostro uomo!
"Anna. Chiama Mario."
"Si pronto, mi sai dire dov'è Mario? Abbiamo un problema con il pos-bancomat. E' urgente. Altrimenti non possiamo rilasciare la ricevuta ed il certificato di registrazione ad una persona che ha già pagato".
Si crea una tesa aspettativa.
Quelli in fila dietro di me cominciano a pregare.
Io mi accascio sul bancone esausta.
Il gruppetto al di là del vetro, attende silenzioso.
Mario arriva serafico.
E' un ometto magrolino alto uno e cinquanta.
Fisico da lanciatore di coriandoli e sguardo loffio.
Mi guarda.
Poi con calma, scruta la combriccola tutta concentrata sul pos.
Capisco immediatamente che lui è il mio uomo.
Ciò di cui ho bisogno.
Vorrei saltargli al collo per l'entusiasmo, ma poi penso che potrei abbatterlo lasciandolo spalmato al suolo.
Indi desisto.
Mario ti prego, compi il miracolo!
Si fa largo.
Con un gesto misurato, scansa gli altri che si aprono al suo passaggio come fossero le acque del Mar Rosso al passaggio di Mosè.
Prende l'apparecchio in mano.
Lo gira.
Lo rigira.
Pensa.
Attimo di silenzio...
Suspance.
Sento che sta elaborando il responso.
E infatti pontifica:
"E' rotto.
Nun ce sta gniente da fa'.
A signorì jela scrivo a mano 'a ricevuta.
Vabbè?"
Lo sapevo che era il mio eroe.